Parleremo del silenzio vivo e presente che ci accoglie con la nostra complicità, se con tenacia andiamo a cercarlo dove nasce, si annida anche nelle città oltre che a contatto con la natura.
"Cerco un posto in cui restare, forse un silenzio che non sia attesa ma soltanto lento ascolto, oppure quieta riflessione che sappia costruire un senso nel tempo di una risposta."
Angelo Andreotti
Se accettiamo di vivere il silenzio con consapevolezza, se anzi andiamo a cercarlo in cammino ormai esausti dai rumori, dal frastuono persistente oggi in ogni dove, tanto più tale esperienza sensoriale - da percettiva - diventerà una maniera di essere, di pensare, persino di amare. Parleremo del silenzio vivo e presente che ci accoglie con la nostra complicità, se con tenacia andiamo a cercarlo dove nasce, si annida anche nelle città oltre che a contatto con la natura. Quando si espande dentro e fuori di noi.
Racconteremo di quei silenzi che ci educano ad essere più cauti, contemplativi, selettivi: nella ricerca delle parole che più contano e delle presenze umane e di ogni forma vivente che ispirino bellezza, felicità, stupore. Parleremo della importanza della scrittura, che ha bisogno del silenzio e lo crea anche quando siamo come sequestrati, violati, disumanizzati dalle vocianti folle anonime.
E poi parleremo della importanza che il silenzio non sia soltanto un’ occasione di raccoglimento e di meditazione cercata nelle soste pacificanti e condivise della vita. Diremo nondimeno dei silenzi che l’ arte di camminare ci offre. Quando le parole, finalmente, vengano messe a tacere per dar spazio alla riflessione e si rivelino diverse scrivendole. Tali da consentirci di serbare a lungo memoria di quei momenti in cui incontrammo il silenzio nella natura o nei contatti umani più autentici e sinceri. La scrittura sia personale che letteraria, da sempre, è alleata del silenzio quando la poesia ci ispiri, tanto quanto ogni arte e manifestazione della pensosità, che sappia metterci in grado di accrescere la consapevolezza filosofica di essere al mondo. Parleremo nondimeno dei silenzi molesti e dolorosi, dei silenzi della solitudine e dell’ emarginazione: quando ci venga sottratta la libertà di parlare e il tacere si riveli non un bene, bensì una sopraffazione, la negazione del diritto di scegliere tra la parola e la sua rinuncia.