🗓️ Day 19: 1 Settembre 2021
📍Ponte D’Arbia > Buonconvento > San Quirico D’Orcia
Km 26.2
La tappa scandita dai nostri passi che proseguono lungo il cammino ci ha immerso in paesaggi inaspettati. Un orizzonte aperto, senza fine, tra colline e cielo. In una sola parola: bellissimo!
Le nostre camminatrici no hanno battuto ciglio. Seconda tappa portata a casa con serenità. Oggi abbiamo salutato il nostro driver Elisa Achilli. Ecco il pensiero che ci ha deticato: “Sono grata a tutti per questa esperienza. Non ho camminato con il gruppo ma ho condiviso con loro momenti conviviali, ho vissuto le loro emozioni e ascoltato le loro storie interessanti e commoventi talvolta. Ispirata dalla grinta di Mariella e Maria Luisa ho realizzato che anche io in futuro voglio mettermi in moto per organizzare cammini per persone con disabilità, per donare loro le stesse emozioni che provo io quando cammino e condividere la bellezza della natura. L’emozione più grande mi è stata data dalle ragazze di IOR, piene di energia, che mi hanno detto di rimanere sempre così, sempre sorridente. Di sicuro lo farò, lo farò per loro“.
Le parole di Loretta Pagliarini, Vice-Presidente dell’Associazione Alzheimer Camuno Sebino, invece ci raccontano oggi più nel dettaglio il messaggio sociale che il gruppo vuole portare attraverso la Via Francigena con la quarta tratta della staffetta di InSuperAbile. Un messaggio di vita, di speranza, emozioni e inclusione dedicato alle famiglie che attraversano questa tragedia e a tutti noi, che possiamo attraverso la loro esperienza conoscerla meglio.
“Sono figlia di madre con Alzheimer e questo mi ha portato ad essere molto attiva e sensibile nei confronti di questa malattia e in modo particolare delle famiglie che affrontano questa grande tragedia.
L’Associazione volentieri ha aderito ad InSuperAbile affinché il nostro gruppo potesse essere presente in questa grande sfida all’inclusione, insieme a tante diverse disabilità e fragilità, per sensibilizzare nei confronti di questa patologia e far capire soprattutto che la vita non finisce dopo la diagnosi di Alzheimer, ma la persona rimane persona, rimane tale. Al di là, infatti, della perdita di memoria e del non riconoscere i propri cari – che è forse l’aspetto più tragico di questa patologia – la persona è comunque presente in tutte le altre emozioni, sensazioni, nei sensi. La persona è ancora integra e va colta come tale, cercando di offrire una qualità di vita più di dignitosa e bella possibile, dando la possibilità di vivere ancora emozioni attraverso il tatto, il gusto, l’udito e tutti i sensi in un accoglimento amorevole dell’individuo in toto.
In questa avventura sono accompagnata da amiche sensibili, che hanno vissuto con me la mia vicenda personale. È molto emozionante, crediamo in questo messaggio e l’ambiente in cui lo facciamo è completamente coinvolgente, bello, affascinante. È un momento di estasi per noi, pensando anche al messaggio che vogliamo portare con il nostro cammino“.